(Prato Carnico 22 settembre 1900 - Udine 25 giugno 1988) Figlio di Antonio, artigiano orologiaio nella storica ditta famigliare e da Regina Cappellari, settimo
di otto figli,
si diplomò geometra nel 1919 anche grazie all’aiuto del fratello maggiore Remigio, tecnico specializzato presso il Pirotecnico militare di Bologna.
Dopo aver prestato servizio militare come sottotenente
degli Alpini, fu prima impiegato di banca a Moggio Udinese e poi, dal 1924 al 1929, poi a Roma
come capo di un cantiere con oltre duecento dipendenti, conseguì nel 1926 il diploma di ingegnere edile presso l’Istituto tecnico
superiore di Friburgo. Nel 1929 fondò una propria impresa che, ottenne appalti dal genio militare di Udine, eseguì importanti
lavori all’estero, in particolare in Somalia, dove si trasferì personalmente dal 1935 al 1937, provvedendo all’ampliamento dell’ospedale di Mogadiscio. Nel 1937 costruì un’azienda agricola Clauiano, cui diede subito un'impostazione
moderna all'impianto.
Rientrato in Italia, prese progressivamente le distanze dal regime fascista, al punto che,
dopo l’entrata in guerra, decise non solo di non accettare più le ricche commesse per la costruzione di opere militari, ma di agire prendendo parte attiva alla lotta clandestina. Insieme con Ferruccio Parri, Ugo La Malfa, Ivanoe
Bonomi e altri, fu tra i fondatori del Partito d’azione, partecipando anche al dibattito teorico e politico del tempo, con un saggio dal titolo "Per una democrazia socializzata", frutto, tra l’altro, dei suoi studi sulla distribuzione
della ricchezza, con i quali aveva conseguito la laurea in economia e commercio all’Università di Roma nel 1943. Quello stesso anno lasciò il Friuli, dove, dopo aver sposato Bianca Marini, aveva fondato la prima formazione partigiana
di Giustizia e libertà sulle Prealpi Giulie. Fu prima a Venezia e poi a Milano presso il comando del corpo Volontari della libertà, organo di cui fu vicecomandante dall’arresto di Ferruccio Parri fino alla Liberazione.
Alla fine della
guerra entrò a far parte della Consulta nazionale e, sciolto il Partito d’azione, aderì al Partito socialista, di cui fu membro del Comitato centrale. Fu anche consigliere provinciale a
Udine (1951-1956).
Dal 1947 decise di dedicarsi all’attività industriale, puntando sulle grandi e riconosciute capacità tecniche del fratello Remigio, (al quale dedicò il libro Un carnico che fa il giro del
mondo senza muoversi) inventore dei famosi orologi a paletta, nella progettazione e
realizzazione di prodotti innovativi. Abbandonato per sempre il settore edile, divenne il maggiore azionista della Solari R. & C.
di Udine. Nella nuova società, prese a occuparsi della gestione (produzione e marketing), la figura cardine fu, appunto, il fratello Remigio. All’inventiva di quest’ultimo, infatti, si devono i diversi modelli
di orologi di controllo (a trinciatura, a timbratura manuale, automatica ed elettrica) con i quali si arrivò a coprire oltre il 60 per cento del mercato italiano, come pure i famosi orologi (con le due mezze palette verticali) a
“scatto di cifre” e a “calendario”, che, perfezionati nell’estetica e nella grafica, fecero il giro del mondo (il modello Cifra 3 è esposto al Museum of Modern Art di New York), cui seguirono i teleindicatori per le stazioni
ferroviarie e gli aeroporti. Con la morte di Remigio, avvenuta nel 1957, venne a mancare chi «potesse risolvere i problemi innovativi». Ciò nonostante l’azienda, trasformata in società per azioni, continuò a prosperare sotto la sua guida
; nel 1960 istituì a sue spese un azionariato popolare, distribuendo azioni privilegiate tra gli operai in proporzione all’attività di servizio. Nel 1958 fu eletto senatore della Repubblica nel Collegio di Pordenone e, nei cinque anni trascorsi
a palazzo Madama, svolse un’intensa attività parlamentare con numerosi interventi e discorsi in materia di lavori pubblici, trasporti, telecomunicazioni e soprattutto sulla questione relativa all’istituzione della regione Friuli
Venezia Giulia, proponendo i temi del «decentramento economico e dell’autonomia territoriale». Nel 1963 gli venne conferito il titolo di cavaliere di gran croce «per eccezionali benemerenze patriottiche, sociali, politiche ed
industriali».
Lasciata la vita politica istituzionale, nel 1964 decise anche di cedere la Solari, che ormai contava circa trecentocinquanta dipendenti, una cinquantina di agenti per l’Italia e una trentina di concessionari per
l’estero, al gruppo Pirelli. Ne mantenne tuttavia la presidenza fino al 1974, anno in cui si dimise «per dissenso sostanziale con la conduzione aziendale». Negli ultimi anni di vita continuò a occuparsi di politica, prendendo parte,
anche attraverso la stampa, a numerosi dibattiti e pubblicando nel 1979 "L’armonia discutibile della Resistenza", un libro in cui chiarisce la sua idea di democrazia.
Il Comune di Prato Carnico ha intitolato con il suo nome la Biblioteca Comunale ubicata presso la Casa del Popolo.